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La vertenza - Uniti i sindacati confederali, Rsu delle Province di Perugia e Terni e della Regione

"Una riforma violenta che produrrà effetti devastanti sui cittadini. L'Umbria rischia di diventare un'area depressa del Paese"

Argomenti
Istituzione
  • Paragrafo

(Cittadino e Provincia) – Perugia, 23 dicembre ’14 – E’ un fronte compatto quello creato dai Sindacati confederali (Cgil, Cisl e Uil) a difesa dei servizi erogati e dei posti di lavoro della Provincia, “perché quella in atto è la vertenza più importante in Umbria”. Intervenendo questa mattina alla conferenza stampa indetta dalla Rsu della Provincia di Perugia, i segretari Mario Bravi (Cgil), Claudio Bendini (Uil) e Ulderico Sbarra (Cisl), all’unisono, hanno dichiarato la chiara volontà di porsi a difesa dei lavoratori provinciali, con l’obiettivo di “ottenere modifiche profonde rispetto a questa Riforma e tornare sui binari della logica e della normalità”. “C’è qualcosa di atipico nel gestire questo percorso”, è stato detto da Bendini, in riferimento ad una “Riforma troppo violenta per gli effetti che produce”. Inaccettabile per Bravi la logica fatta transitare, della serie “colpiamo i lavoratori, poi si vedrà”. Tra i Sindacati confederali c’è grande preoccupazione, per le incertezze sulle risorse e sui tempi. “L’Umbria non si può permettere – secondo Sbarra – una tale spoliazione dell’apparato istituzionale, che la farebbe diventare un’area interna depressa. Nella regione vi sono già troppi disoccupati o male occupati”. E’ unanime, dunque, la convinzione della necessità di “difendere i redditi esistenti e di conseguenza i servizi che grazie ad essi vengono erogati”. Duplici i fronti di azione individuati. Quello nazionale, perché, usando le parole di Sbarra, “è lì che è stato combinato il ‘pastrocchio’ ed è lì che vanno trovate le coperture necessarie per gestire questa partita”. Ma i Sindacati confederali, con altrettanta determinazione, intendono muoversi anche sul piano regionale. “La Regione deve fare di più – ha dichiarato Bravi – non si può limitare a fare la passacarte, o da ‘carta assorbente’”. Si chiede, come esplicitato da Bendini, che nell’incontro annunciato del 30 dicembre con l’assessore Paparelli, vengano chiariti gli impegni che si intendono assumere sia in sede di Conferenza Stato-Regioni che sul piano del ricollocamento del personale. “Il Sindacato è unito e pronto a fare una trattativa seria – ha tuonato Sbarra -; non retrocederemo di un passo. In questa vicenda – ha poi messo in guardia – le fughe verso la politica rischierebbero di non pagare”.  Il 29 e il 30 dicembre rappresentano due date fondamentali per la vertenza in atto: rispettivamente l'assemblea dei dipendenti e l'avvio dell'Osservatorio regionale che dovrà affrontare con chiarezza l'argomento . Lo ha chiarito il portavoce della Rsu della Provincia di Perugia Massimo Panella lanciando anche un monito ai parlamentari umbri “la cui autorevole voce non si è ancora sentita”. “La Regione – ha aggiunto Panella – ci deve dire a chiare lettere i problemi che ha, i fondi a disposizione e come intende affrontare tutta la materia compreso il problema dei nostri 52 precari che, senza decisioni immediate e precise, dal 31 dicembre andranno a casa”. Panella ha quindi assunto una decisa presa di distanza da alcuni articoli di stampa degli ultimi giorni. “In una situazione così drammatica – ha chiarito – lo scorso venerdì i lavoratori della provincia si sono 'permessi' di manifestare legittimamente la loro preoccupazione. E' grave che sono stati identificati come coloro che hanno fatto irruzione nel palazzo della giunta regionale e sentirsi dire che non hanno perso un euro quando hanno il contratto fermo al 2009 con il potere d'acquisto dei loro stipendi si è frantumato. Purtroppo tutto questo si ripercuoterà sui cittadini che si renderanno conto del danno conseguente al depotenziamento delle Province quando crolleranno servizi essenziali. Per questo la mobilitazione deve essere generale, per questo ringraziamo i dipendenti del Comune di Perugia che hanno espresso tutta la loro solidarietà consapevoli che se non interverrà un processo democratico vero, capace di ascoltare i problemi della gente, quanto sta avvenendo per le Province tra breve toccherà anche Comuni e Regioni”. Temi ribaditi dal coordinatore della Rsu della Provincia di Terni Fabrizio Fazi che ha evidenziato come i tagli già subiti nel 2014 hanno compromesso sin dalla scorsa estate gli adempimenti di alcuni servizi. “Dal prossimo anno – ha dichiarato – sarà difficile far fronte anche alle manutenzioni ordinarie su scuole e impianti sportivi di nostra competenza. I dipendenti hanno già dato tanto in termini di salario, gestiscono i servizi anche fuori turno senza percepire reperibilità. Abbiamo il dovere di difendere servizi e posti di lavoro”. “Tra stipendi fermi e aumento di tariffe il potere d'acquisto degli stipendi dei pubblici dipendenti si è ridotto del 50% - ha affermato Angelo Garofalo della Uil -. Ecco anche perché il commercio è allo sbando e le saracinesche chiudono. Noi non siamo contrari alla riforma, ma ostili alla controriforma e il dramma è che nessun politico risponde mai delle proprie azioni devastanti per i cittadini” Garofalo ha quindi elencato una serie di Enti già dichiarati inutili dal Governo Monti, “sui quali l'attuale Governo non ha fatto approfondimenti”, che vedono nei consigli di amministrazione politici o ex politici e che costano agli italiani 10 miliardi di euro l'anno. “Lì non si interviene – ha insistito Garofalo – tutte risorse che potrebbero essere recuperate. Perché deve essere chiaro che senza fondi questa riforma avrà ricadute sulla Regione con concreti rischi di impoverimento della sanità. E deve essere altrettanto chiaro che tutti i dipendenti pubblici sono a rischio di licenziamento a breve termine”. Il dibattito che si è aperto sulle macro regioni pone inoltre l'Umbria in uno stato di enorme debolezza. “Chiediamo trasparenza – ha esortato la rappresentante della Rsu regionale -. Bene ha fatto l'assessore Paparelli ad invitare al tavolo dell'Osservatorio regionale anche i due Prefetti affinché forniscano dati relativi alla disponibilità di assorbimento del personale da parte degli organi periferici dello Stato. Resta la speranza di poter rimettere in discussione alcune questioni: una riforma così non si fa senza risorse. Di certo questa vertenza è di tutti ed è indispensabile la massima unità perché se per la Provincia è emergenza, tra breve il problema si sposterà su Comuni e Regione”. “La nostra regione più di altre – è stata la chiosa di Mario Bravi – prima eleggeva sindaci, presidenti di Province e di Regione, tra breve riuscirà soltanto a eleggere sindaci. Temi sui quali l'Osservatorio regionale dovrà fornire risposte chiare ricordando che questa è una vertenza più grande di quella della Ast”.

Le dichiarazioni del Presidente della Provincia di Perugia Nando Mismetti

La conferenza stampa odierna fa seguito all’incontro avuto nel pomeriggio di ieri dal presidente Nando Mismetti con le stesse rappresentanze sindacali, in occasione del quale sono stati ribaditi i “seri e reali rischi che a decorrere dal 1° gennaio interesseranno i servizi che fanno capo alla Provincia” e “l’inadeguatezza delle misure adottate dal Governo centrale rispetto alle aspettative”. Ma al centro dell’intervento di Mismetti vi è stata la data del prossimo 30 dicembre, quando alle ore 10 è prevista la prima riunione dell’Osservatorio regionale. A suo avviso, in vista di questa data, Sindacati e struttura, compatibilmente con le festività natalizie in corso, sarà opportuno che si preparino, dando vita ad un gruppo di lavoro che inizi da subito a progettare la riorganizzazione dell’Ente, in base alle competenze ad oggi assegnate. “Vorrei – sono state le parole del presidente – che sia un percorso limpido e trasparente, in cui tutti i lavoratori si sentano coinvolti e garantiti”. Parallelamente, secondo Mismetti, occorre iniziare ad impostare la nuova pianta organica, “in base alle disposizione fin qui note, adeguando le strutture alle funzioni”. Secondo le previsioni di Mismetti, quella che si sta per aprire è una fase riorganizzativi che necessariamente occuperà diversi mesi (non meno di quattro o cinque). Rivolgendosi ai sindacati il presidente non ha nascosto che quello che si sta delineando è un quadro che avrà conseguenze sul fondo dei dipendenti “in quanto, come accadrà per le altre Amministrazioni provinciali, il Patto di Stabilità verrà sforato”.   

 

OI14346.ET

 

modificato il 26/01/2021

(Cittadino e Provincia) – Perugia, 23 dicembre ’14 – E’ un fronte compatto quello creato dai Sindacati confederali (Cgil, Cisl e Uil) a difesa dei servizi erogati e dei posti di lavoro della Provincia, “perché quella in atto è la vertenza più importante in Umbria”. Intervenendo questa mattina alla conferenza stampa indetta dalla Rsu della Provincia di Perugia, i segretari Mario Bravi (Cgil), Claudio Bendini (Uil) e Ulderico Sbarra (Cisl), all’unisono, hanno dichiarato la chiara volontà di porsi a difesa dei lavoratori provinciali, con l’obiettivo di “ottenere modifiche profonde rispetto a questa Riforma e tornare sui binari della logica e della normalità”. “C’è qualcosa di atipico nel gestire questo percorso”, è stato detto da Bendini, in riferimento ad una “Riforma troppo violenta per gli effetti che produce”. Inaccettabile per Bravi la logica fatta transitare, della serie “colpiamo i lavoratori, poi si vedrà”. Tra i Sindacati confederali c’è grande preoccupazione, per le incertezze sulle risorse e sui tempi. “L’Umbria non si può permettere – secondo Sbarra – una tale spoliazione dell’apparato istituzionale, che la farebbe diventare un’area interna depressa. Nella regione vi sono già troppi disoccupati o male occupati”. E’ unanime, dunque, la convinzione della necessità di “difendere i redditi esistenti e di conseguenza i servizi che grazie ad essi vengono erogati”. Duplici i fronti di azione individuati. Quello nazionale, perché, usando le parole di Sbarra, “è lì che è stato combinato il ‘pastrocchio’ ed è lì che vanno trovate le coperture necessarie per gestire questa partita”. Ma i Sindacati confederali, con altrettanta determinazione, intendono muoversi anche sul piano regionale. “La Regione deve fare di più – ha dichiarato Bravi – non si può limitare a fare la passacarte, o da ‘carta assorbente’”. Si chiede, come esplicitato da Bendini, che nell’incontro annunciato del 30 dicembre con l’assessore Paparelli, vengano chiariti gli impegni che si intendono assumere sia in sede di Conferenza Stato-Regioni che sul piano del ricollocamento del personale. “Il Sindacato è unito e pronto a fare una trattativa seria – ha tuonato Sbarra -; non retrocederemo di un passo. In questa vicenda – ha poi messo in guardia – le fughe verso la politica rischierebbero di non pagare”.  Il 29 e il 30 dicembre rappresentano due date fondamentali per la vertenza in atto: rispettivamente l'assemblea dei dipendenti e l'avvio dell'Osservatorio regionale che dovrà affrontare con chiarezza l'argomento . Lo ha chiarito il portavoce della Rsu della Provincia di Perugia Massimo Panella lanciando anche un monito ai parlamentari umbri “la cui autorevole voce non si è ancora sentita”. “La Regione – ha aggiunto Panella – ci deve dire a chiare lettere i problemi che ha, i fondi a disposizione e come intende affrontare tutta la materia compreso il problema dei nostri 52 precari che, senza decisioni immediate e precise, dal 31 dicembre andranno a casa”. Panella ha quindi assunto una decisa presa di distanza da alcuni articoli di stampa degli ultimi giorni. “In una situazione così drammatica – ha chiarito – lo scorso venerdì i lavoratori della provincia si sono 'permessi' di manifestare legittimamente la loro preoccupazione. E' grave che sono stati identificati come coloro che hanno fatto irruzione nel palazzo della giunta regionale e sentirsi dire che non hanno perso un euro quando hanno il contratto fermo al 2009 con il potere d'acquisto dei loro stipendi si è frantumato. Purtroppo tutto questo si ripercuoterà sui cittadini che si renderanno conto del danno conseguente al depotenziamento delle Province quando crolleranno servizi essenziali. Per questo la mobilitazione deve essere generale, per questo ringraziamo i dipendenti del Comune di Perugia che hanno espresso tutta la loro solidarietà consapevoli che se non interverrà un processo democratico vero, capace di ascoltare i problemi della gente, quanto sta avvenendo per le Province tra breve toccherà anche Comuni e Regioni”. Temi ribaditi dal coordinatore della Rsu della Provincia di Terni Fabrizio Fazi che ha evidenziato come i tagli già subiti nel 2014 hanno compromesso sin dalla scorsa estate gli adempimenti di alcuni servizi. “Dal prossimo anno – ha dichiarato – sarà difficile far fronte anche alle manutenzioni ordinarie su scuole e impianti sportivi di nostra competenza. I dipendenti hanno già dato tanto in termini di salario, gestiscono i servizi anche fuori turno senza percepire reperibilità. Abbiamo il dovere di difendere servizi e posti di lavoro”. “Tra stipendi fermi e aumento di tariffe il potere d'acquisto degli stipendi dei pubblici dipendenti si è ridotto del 50% - ha affermato Angelo Garofalo della Uil -. Ecco anche perché il commercio è allo sbando e le saracinesche chiudono. Noi non siamo contrari alla riforma, ma ostili alla controriforma e il dramma è che nessun politico risponde mai delle proprie azioni devastanti per i cittadini” Garofalo ha quindi elencato una serie di Enti già dichiarati inutili dal Governo Monti, “sui quali l'attuale Governo non ha fatto approfondimenti”, che vedono nei consigli di amministrazione politici o ex politici e che costano agli italiani 10 miliardi di euro l'anno. “Lì non si interviene – ha insistito Garofalo – tutte risorse che potrebbero essere recuperate. Perché deve essere chiaro che senza fondi questa riforma avrà ricadute sulla Regione con concreti rischi di impoverimento della sanità. E deve essere altrettanto chiaro che tutti i dipendenti pubblici sono a rischio di licenziamento a breve termine”. Il dibattito che si è aperto sulle macro regioni pone inoltre l'Umbria in uno stato di enorme debolezza. “Chiediamo trasparenza – ha esortato la rappresentante della Rsu regionale -. Bene ha fatto l'assessore Paparelli ad invitare al tavolo dell'Osservatorio regionale anche i due Prefetti affinché forniscano dati relativi alla disponibilità di assorbimento del personale da parte degli organi periferici dello Stato. Resta la speranza di poter rimettere in discussione alcune questioni: una riforma così non si fa senza risorse. Di certo questa vertenza è di tutti ed è indispensabile la massima unità perché se per la Provincia è emergenza, tra breve il problema si sposterà su Comuni e Regione”. “La nostra regione più di altre – è stata la chiosa di Mario Bravi – prima eleggeva sindaci, presidenti di Province e di Regione, tra breve riuscirà soltanto a eleggere sindaci. Temi sui quali l'Osservatorio regionale dovrà fornire risposte chiare ricordando che questa è una vertenza più grande di quella della Ast”.

Le dichiarazioni del Presidente della Provincia di Perugia Nando Mismetti

La conferenza stampa odierna fa seguito all’incontro avuto nel pomeriggio di ieri dal presidente Nando Mismetti con le stesse rappresentanze sindacali, in occasione del quale sono stati ribaditi i “seri e reali rischi che a decorrere dal 1° gennaio interesseranno i servizi che fanno capo alla Provincia” e “l’inadeguatezza delle misure adottate dal Governo centrale rispetto alle aspettative”. Ma al centro dell’intervento di Mismetti vi è stata la data del prossimo 30 dicembre, quando alle ore 10 è prevista la prima riunione dell’Osservatorio regionale. A suo avviso, in vista di questa data, Sindacati e struttura, compatibilmente con le festività natalizie in corso, sarà opportuno che si preparino, dando vita ad un gruppo di lavoro che inizi da subito a progettare la riorganizzazione dell’Ente, in base alle competenze ad oggi assegnate. “Vorrei – sono state le parole del presidente – che sia un percorso limpido e trasparente, in cui tutti i lavoratori si sentano coinvolti e garantiti”. Parallelamente, secondo Mismetti, occorre iniziare ad impostare la nuova pianta organica, “in base alle disposizione fin qui note, adeguando le strutture alle funzioni”. Secondo le previsioni di Mismetti, quella che si sta per aprire è una fase riorganizzativi che necessariamente occuperà diversi mesi (non meno di quattro o cinque). Rivolgendosi ai sindacati il presidente non ha nascosto che quello che si sta delineando è un quadro che avrà conseguenze sul fondo dei dipendenti “in quanto, come accadrà per le altre Amministrazioni provinciali, il Patto di Stabilità verrà sforato”.   

 

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