Il presidente della Provincia e la sua Giunta ricordano il calciatore con l'augurio che il Grifo continui a scrivere pagine importanti per i tifosi e la città"
(Cittadino e Provincia) – Perugia 25 ottobre 2012 – “L’apertura del Nosocomio comprensoriale di Branca, nell’anno 2008 – afferma in una interrogazione il capogruppo del Prc in Consiglio Provinciale Luca Baldelli -. fu salutata dalle comunità del comprensorio eugubino – gualdese come l’avvio di un presidio capace di ospitare attività e prestazioni di alto profilo, coniugando le esigenze di razionalizzazione della rete dell’assistenza sanitaria con quelle di una qualità maggiore e di un’efficacia crescente dell’offerta. A quattro anni dall’apertura, un bilancio serio, onesto ed obiettivo dell’attività del Nosocomio vede, accanto agli indubbi punti di pregio ed agli elementi assodati di positività, anche notevoli criticità, emerse in particolar modo nell’ultimo anno, nel quadro dei pesanti tagli imposti dal Governo Monti al sistema sanitario delle Regioni, in obbedienza a logiche monetariste, recessive e liberiste di smantellamento di servizi fondamentali che la Regione Umbria ha cercato di contrastare non sempre con efficacia e convinzione. Il Polo ospedaliero unico di Gubbio e Gualdo Tadino è parte integrante della rete regionale dell’emergenza - urgenza UMBRIA SOCCORSO 118 ed è organizzato, assieme al Polo dell’Alto Tevere, in un unico Dipartimento accettazione primo livello DEA, che dovrebbe assicurare tutte le prestazioni previste dal dispositivo . Da un anno circa, accanto al mantenimento di branche importanti, quali l’emodinamica, accanto all’aumento del numero degli interventi chirurgici ( passati da 908 nel 2010 a 1732 nel 2011 ), all’attività del “Centro ICTUS” ( uno dei migliori in Italia ), si riscontra un peggioramento della qualità dell’offerta in certi ambiti, con un regresso nelle prestazioni ( almeno a carattere periodico ) e carenze segnalate sia da comuni cittadini che da autorevoli rappresentanti sindacali. Secondo studi specifici condotti da esperti di parte sindacale, in raccordo con i bisogni manifestati dall’utenza, risultano mancanti circa 15 figure tra i ruoli tecnici ed amministrativi e, per quanto riguarda il ruolo sanitario, 5 o 6 figure mediche, nonché circa 15 OSS, 5 – 6 infermieri e alcune unità afferenti ad altri profili professionali . Il rapporto con il presidio di Città di Castello evidenzia taluni forti squilibri, quasi tutti a danno del comprensorio eugubino – gualdese, in ordine alla pianificazione dell’impiego delle risorse umane e delle varie professionalità sino alle dotazioni tecnico - materiali, con l’ultimo, significativo episodio di 6 posti letto riconvertiti a “ week – surgery “ nel Polo di Branca, mentre a Città di Castello essi sono stati soltanto 2, con una scelta precisa di distribuire il carico ( e gli inconvenienti ) dei ricoveri brevi tutto da una parte. La riforma regionale in atto , improntata come è ai principi di razionalizzazione e contenimento della spesa, rischia di mettere in forse importanti servizi che, per un presidio che serve comunità tagliate fuori dai grandi assi di comunicazione, sono e restano fondamentali. A tale proposito, lo stesso Assessore regionale Tomassoni, nel corso di incontri verificatisi nei mesi e nelle settimane precedenti, non ha fornito garanzie precise, certe ed inequivocabili sul mantenimento di prestazioni fondamentali come l’emodinamica, mentre vaghezza e toni dubitativi hanno contraddistinto i pronunciamenti dello stesso Assessore sulle necessità di potenziamento di tutti i dispositivi e le leve dell’emergenza / urgenza. In mancanza di un serio incremento dell’attività di prevenzione sul territorio, nonché di uno sviluppo della rete delle cure a domicilio, non sempre adeguate alle necessità e ai bisogni della popolazione, nonostante precise disposizioni in merito, l’ospedalizzazione resta in molti casi l’unica risposta possibile e l’unica dimensione da tutelare nell’interesse dei cittadini. Pur essendo la Sanità estranea alle competenze dirette dell’Ente Provincia, le problematiche ad essa correlate hanno riflessi sulla vita dei cittadini che nessuna Istituzione può, pilatescamente, ignorare chiudendosi nel comodo recinto delle attribuzioni e delle deleghe”. Baldelli, dopo aver ricordato “ il ruolo giocato negli anni 2009 – 2010 dalla Provincia di Perugia nel potenziamento del 118 in vari territori” interroga la Giunta per sapere : “Se non sia il caso di aprire un serio confronto con la Regione e con tutti i soggetti competenti, per chiarire i riflessi della riforma in atto sul Nosocomio di Gubbio – Gualdo Tadino e, più in generale, su tutta la rete dell’assistenza sanitaria umbra; Se non sia opportuno farsi carico delle esigenze di miglioramento e mantenimento delle prestazioni e delle dotazioni evidenziate nella presente interrogazione; Se non sia il caso di intavolare, con la Regione e con tutte le autorità competenti, un momento di confronto sul tema delle politiche di prevenzione e delle cure domiciliari; Se non sia il caso di intervenire con forza sul problema delle lunghe liste d’attesa che, nonostante miglioramenti in determinati segmenti di prestazioni, restano un problema e spingono i cittadini / utenti / pazienti a rivolgersi a privati, con tutti i costi del caso”
Gc12433.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia 25 ottobre 2012 – “L’apertura del Nosocomio comprensoriale di Branca, nell’anno 2008 – afferma in una interrogazione il capogruppo del Prc in Consiglio Provinciale Luca Baldelli -. fu salutata dalle comunità del comprensorio eugubino – gualdese come l’avvio di un presidio capace di ospitare attività e prestazioni di alto profilo, coniugando le esigenze di razionalizzazione della rete dell’assistenza sanitaria con quelle di una qualità maggiore e di un’efficacia crescente dell’offerta. A quattro anni dall’apertura, un bilancio serio, onesto ed obiettivo dell’attività del Nosocomio vede, accanto agli indubbi punti di pregio ed agli elementi assodati di positività, anche notevoli criticità, emerse in particolar modo nell’ultimo anno, nel quadro dei pesanti tagli imposti dal Governo Monti al sistema sanitario delle Regioni, in obbedienza a logiche monetariste, recessive e liberiste di smantellamento di servizi fondamentali che la Regione Umbria ha cercato di contrastare non sempre con efficacia e convinzione. Il Polo ospedaliero unico di Gubbio e Gualdo Tadino è parte integrante della rete regionale dell’emergenza - urgenza UMBRIA SOCCORSO 118 ed è organizzato, assieme al Polo dell’Alto Tevere, in un unico Dipartimento accettazione primo livello DEA, che dovrebbe assicurare tutte le prestazioni previste dal dispositivo . Da un anno circa, accanto al mantenimento di branche importanti, quali l’emodinamica, accanto all’aumento del numero degli interventi chirurgici ( passati da 908 nel 2010 a 1732 nel 2011 ), all’attività del “Centro ICTUS” ( uno dei migliori in Italia ), si riscontra un peggioramento della qualità dell’offerta in certi ambiti, con un regresso nelle prestazioni ( almeno a carattere periodico ) e carenze segnalate sia da comuni cittadini che da autorevoli rappresentanti sindacali. Secondo studi specifici condotti da esperti di parte sindacale, in raccordo con i bisogni manifestati dall’utenza, risultano mancanti circa 15 figure tra i ruoli tecnici ed amministrativi e, per quanto riguarda il ruolo sanitario, 5 o 6 figure mediche, nonché circa 15 OSS, 5 – 6 infermieri e alcune unità afferenti ad altri profili professionali . Il rapporto con il presidio di Città di Castello evidenzia taluni forti squilibri, quasi tutti a danno del comprensorio eugubino – gualdese, in ordine alla pianificazione dell’impiego delle risorse umane e delle varie professionalità sino alle dotazioni tecnico - materiali, con l’ultimo, significativo episodio di 6 posti letto riconvertiti a “ week – surgery “ nel Polo di Branca, mentre a Città di Castello essi sono stati soltanto 2, con una scelta precisa di distribuire il carico ( e gli inconvenienti ) dei ricoveri brevi tutto da una parte. La riforma regionale in atto , improntata come è ai principi di razionalizzazione e contenimento della spesa, rischia di mettere in forse importanti servizi che, per un presidio che serve comunità tagliate fuori dai grandi assi di comunicazione, sono e restano fondamentali. A tale proposito, lo stesso Assessore regionale Tomassoni, nel corso di incontri verificatisi nei mesi e nelle settimane precedenti, non ha fornito garanzie precise, certe ed inequivocabili sul mantenimento di prestazioni fondamentali come l’emodinamica, mentre vaghezza e toni dubitativi hanno contraddistinto i pronunciamenti dello stesso Assessore sulle necessità di potenziamento di tutti i dispositivi e le leve dell’emergenza / urgenza. In mancanza di un serio incremento dell’attività di prevenzione sul territorio, nonché di uno sviluppo della rete delle cure a domicilio, non sempre adeguate alle necessità e ai bisogni della popolazione, nonostante precise disposizioni in merito, l’ospedalizzazione resta in molti casi l’unica risposta possibile e l’unica dimensione da tutelare nell’interesse dei cittadini. Pur essendo la Sanità estranea alle competenze dirette dell’Ente Provincia, le problematiche ad essa correlate hanno riflessi sulla vita dei cittadini che nessuna Istituzione può, pilatescamente, ignorare chiudendosi nel comodo recinto delle attribuzioni e delle deleghe”. Baldelli, dopo aver ricordato “ il ruolo giocato negli anni 2009 – 2010 dalla Provincia di Perugia nel potenziamento del 118 in vari territori” interroga la Giunta per sapere : “Se non sia il caso di aprire un serio confronto con la Regione e con tutti i soggetti competenti, per chiarire i riflessi della riforma in atto sul Nosocomio di Gubbio – Gualdo Tadino e, più in generale, su tutta la rete dell’assistenza sanitaria umbra; Se non sia opportuno farsi carico delle esigenze di miglioramento e mantenimento delle prestazioni e delle dotazioni evidenziate nella presente interrogazione; Se non sia il caso di intavolare, con la Regione e con tutte le autorità competenti, un momento di confronto sul tema delle politiche di prevenzione e delle cure domiciliari; Se non sia il caso di intervenire con forza sul problema delle lunghe liste d’attesa che, nonostante miglioramenti in determinati segmenti di prestazioni, restano un problema e spingono i cittadini / utenti / pazienti a rivolgersi a privati, con tutti i costi del caso”
Gc12433.red