Presentato in Provincia il Premio della casa di produzione cinematografica "La Dolce Vita Productions"
(Cittadino e Provincia) Perugia 20 giugno ’12 –Si è parlato di "Futuro delle Unione dei Comuni" nella seduta congiunta delle commissioni consiliari permanenti I - II – III. Alla commissione hanno partecipato per la Provincia di Perugia l'assessore Piero Mignini - per la Regione Umbria l'assessore Gianluca Rossi - per il CAL il Presidente Leopoldo Di Girolamo - per l'ANCI Umbria il Coordinatore dei piccoli Comuni Giuseppe Chianella e il Segretario Generale Silvio Ranieri - per l'Unione dei Comuni Terre dell'Olio e del Sagrantino la Presidente Donatella Tesei. La discussione prende le mosse da una Mozione presentata capogruppo dei Socialisti e Riformisti per l'Umbria Enrico Bastioli avente ad oggetto: "Futuro delle Unione dei Comuni". Nel documento il consigliere chiede di “conoscere ed entrare nel merito della definizione delle funzioni e delle competenze delle costituende Unioni dei Comuni, visto anche il ruolo che la stessa Provincia ha all'interno del Cai. Inoltre vorrei sapere – continua Bastioli come si conciliano le recenti dichiarazioni del Presidente Marini rispetto al superamento delle Province, con quanto deciso in sede di conferenza dei capigruppo circa la promozione di una iniziativa assieme alla Regione sulle funzioni da assegnare alla Provincia di Perugia, a seguito della nuova riforma istituzionale regionale”. A rispondere in commissione è stato Gianluca Rossi che ha spiegato come “il sistema costituzionale del nostro paese non è più compatibile con la situazione economica del nostro paese. Dal 2012 82 comuni umbri su 92 dovranno rispettare il patto di stabilità, e questo creerà seri problemi alle amministrazioni locali. Nel dispositivo di legge ci sono le condizioni per creare 12 Unioni speciali dei Comuni (veri e propri soggetti giuridici), che potranno vedere insieme Comuni grandi e piccoli. Un processo di semplificazione a cui la Regione saprà contribuire. Con la previsione delle Unioni speciali la Giunta regionale, ha scelto di offrire all'Umbria l'opportunità di trovare una risposta al venir meno dell’architettura che abbiamo conosciuto nei decenni passati. Se si avrà il coraggio di riformare l'architettura costituzionale dello Stato sarà necessario avere strutture di area sovracomunale per l'esercizio di alcune funzioni, che non potranno essere esercitate dalle Regioni, che rischiano altrimenti di diventare un ente di gestione e non più di programmazione. Per quanto riguarda le Province la situazione è confusa sia sulla deleghe che sulla trasformazione dello di queste in ente di secondo grado”. Giampiero Rasimelli Pd ha spiegato che la domanda che ci dobbiamo porre è: cosa Accadrà dopo il 2012? Quasi sicuramente non si arriverà all’approvazione di una legge di riforma delle Province e allora cosa succederà? In questi mesi si stanno creando gravi danni al personale dell’ente, che si sente smarrito e lavora con difficoltà”. Valter Carloia Pd ha aggiunto che “il rischi è che dopo l’estate ci sia una accelerazione di questo processo che porterebbe ad approssimazione e soluzioni sbagliate”. “Ormai le Province sono la vittima sacrificale nei confronti dell’opinione pubblica. Quello che non va disperso è il Know-how che l’ente ha accumulato negli anni”. “Non capisco la logica di far diventare le Province ente di secondo grado – Luca Baldelli Prc - quando si vogliono eliminare tutti gli enti di secondo ordine. Personalmente non credo all’Unione dei Comuni perché ogni sindaco cercherà di portare l’acqua al suo mulino e senza un organo sopra le parti che coordina non sarà facile farlo funzionare”. Sulla stessa lunghezza d’onda è stato Franco Granocchia Idv che ha ribadito la “necessita di abolire tutti gli enti di secondo livello”. Il chiusura l’assessore Piero Mignini ha affermato: “non condivido niente di quello che lo Stato sta mettendo in campo per ristrutturare le istituzioni. Dobbiamo ripartire dai protocolli di intesa già firmati con la Regione che riguardano il riordino delle istituzioni locali”.
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(Cittadino e Provincia) Perugia 20 giugno ’12 –Si è parlato di "Futuro delle Unione dei Comuni" nella seduta congiunta delle commissioni consiliari permanenti I - II – III. Alla commissione hanno partecipato per la Provincia di Perugia l'assessore Piero Mignini - per la Regione Umbria l'assessore Gianluca Rossi - per il CAL il Presidente Leopoldo Di Girolamo - per l'ANCI Umbria il Coordinatore dei piccoli Comuni Giuseppe Chianella e il Segretario Generale Silvio Ranieri - per l'Unione dei Comuni Terre dell'Olio e del Sagrantino la Presidente Donatella Tesei. La discussione prende le mosse da una Mozione presentata capogruppo dei Socialisti e Riformisti per l'Umbria Enrico Bastioli avente ad oggetto: "Futuro delle Unione dei Comuni". Nel documento il consigliere chiede di “conoscere ed entrare nel merito della definizione delle funzioni e delle competenze delle costituende Unioni dei Comuni, visto anche il ruolo che la stessa Provincia ha all'interno del Cai. Inoltre vorrei sapere – continua Bastioli come si conciliano le recenti dichiarazioni del Presidente Marini rispetto al superamento delle Province, con quanto deciso in sede di conferenza dei capigruppo circa la promozione di una iniziativa assieme alla Regione sulle funzioni da assegnare alla Provincia di Perugia, a seguito della nuova riforma istituzionale regionale”. A rispondere in commissione è stato Gianluca Rossi che ha spiegato come “il sistema costituzionale del nostro paese non è più compatibile con la situazione economica del nostro paese. Dal 2012 82 comuni umbri su 92 dovranno rispettare il patto di stabilità, e questo creerà seri problemi alle amministrazioni locali. Nel dispositivo di legge ci sono le condizioni per creare 12 Unioni speciali dei Comuni (veri e propri soggetti giuridici), che potranno vedere insieme Comuni grandi e piccoli. Un processo di semplificazione a cui la Regione saprà contribuire. Con la previsione delle Unioni speciali la Giunta regionale, ha scelto di offrire all'Umbria l'opportunità di trovare una risposta al venir meno dell’architettura che abbiamo conosciuto nei decenni passati. Se si avrà il coraggio di riformare l'architettura costituzionale dello Stato sarà necessario avere strutture di area sovracomunale per l'esercizio di alcune funzioni, che non potranno essere esercitate dalle Regioni, che rischiano altrimenti di diventare un ente di gestione e non più di programmazione. Per quanto riguarda le Province la situazione è confusa sia sulla deleghe che sulla trasformazione dello di queste in ente di secondo grado”. Giampiero Rasimelli Pd ha spiegato che la domanda che ci dobbiamo porre è: cosa Accadrà dopo il 2012? Quasi sicuramente non si arriverà all’approvazione di una legge di riforma delle Province e allora cosa succederà? In questi mesi si stanno creando gravi danni al personale dell’ente, che si sente smarrito e lavora con difficoltà”. Valter Carloia Pd ha aggiunto che “il rischi è che dopo l’estate ci sia una accelerazione di questo processo che porterebbe ad approssimazione e soluzioni sbagliate”. “Ormai le Province sono la vittima sacrificale nei confronti dell’opinione pubblica. Quello che non va disperso è il Know-how che l’ente ha accumulato negli anni”. “Non capisco la logica di far diventare le Province ente di secondo grado – Luca Baldelli Prc - quando si vogliono eliminare tutti gli enti di secondo ordine. Personalmente non credo all’Unione dei Comuni perché ogni sindaco cercherà di portare l’acqua al suo mulino e senza un organo sopra le parti che coordina non sarà facile farlo funzionare”. Sulla stessa lunghezza d’onda è stato Franco Granocchia Idv che ha ribadito la “necessita di abolire tutti gli enti di secondo livello”. Il chiusura l’assessore Piero Mignini ha affermato: “non condivido niente di quello che lo Stato sta mettendo in campo per ristrutturare le istituzioni. Dobbiamo ripartire dai protocolli di intesa già firmati con la Regione che riguardano il riordino delle istituzioni locali”.
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