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  3. Convegno Upi - Preoccupazione sul futuro dei servizi e dei dipendenti delle Province di Perugia e Terni

Convegno Upi - Preoccupazione sul futuro dei servizi e dei dipendenti delle Province di Perugia e Terni

La Presidente Marini: "Una partita difficile e complessa che richiede un'azione corale"

Argomenti
Istituzione
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(Cittadino e Provincia) Perugia, 15 dicembre '14 - Ore cruciali per il futuro dei dipendenti delle Province di Perugia e Terni di servizi essenziali quali manutenzioni di strade e scuole, sicurezza e politiche ambientali. Se ne è parlato stamane nella sala del Consiglio comunale di Perugia, durante il convegno promosso dall'Upi umbra sulla necessità di dotare le nuove Province di uno Statuto omogeneo in linea quanto più possibile con i dettati della legge 56/14, nota come legge Delrio. Un convegno che ha visto la partecipazione in qualità di relatori della presidente della Giunta Regionale Catiuscia Marini, dell'assessore regionale Fabio Paparelli, del presidente dell'Upi Umbria Marco Vinicio Guasticchi, dei presidenti delle Province di Perugia e Terni, rispettivamente Nando Mismetti e Leopoldo Di Girolamo e dei docenti dell'Università degli studi di Perugia, Enrico Carloni e Antonio Bartolini. Chiamato a un incontro urgente di maggioranza proprio per discutere dell'emendamento relativo al riordino istituzionale, il sottosegretario per la semplificazione e la Pubblica amministrazione, Angelo Rughetti non ha invece potuto partecipare all'incontro. “Va riconosciuta all’Umbria una gestione responsabile della pubblica amministrazione e questo ci consente oggi di fissare dei paletti fondamentali nella partita in atto del riassetto istituzionale”: sono state le parole del presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini. Invocando la necessità di un’azione corale da parte di tutti i soggetti istituzionali, dei dipendenti e degli organismi sindacali, chiamati a dimostrare più di altre volte disponibilità e flessibilità, la presidente ha richiamato i punti essenziali della posizione assunta dalla Regione su questa vicenda: validità dei requisiti pre-Fornero nella valutazione delle unità di lavoro da mettere a riposo; autonomia di legislazione e di concertazione in fase di definizione del quadro istituzionale umbro, così da renderlo consono alla esigenze regionali; sostenibilità finanziaria degli stipendi, che dia respiro e consenta di costruire un’adeguata dotazione organica per Regione e Comuni; norma transitoria per gestire il percorso verso la nascita dell’Agenzia per le politiche del lavoro. Marini ha quindi sgombrato il terreno da ogni dubbio: tale processo non dovrà richiedere una tassazione aggiuntiva. “Con queste modalità – ha dichiarato, garantendo il proprio interessamento personale, oltre che della cabina di regia istituita presso la Giunta regionale – saremo in grado di gestire questa partita, che tuttavia sarà difficile e complessa”.

La necessità di avere risposte “certe e chiare” dal Governo sul futuro dei servizi e dei dipendenti delle Province a partire dal 1 gennaio prossimo è stata sottolineata dal presidente  Mismetti. “Le Regioni hanno il compito di  predisporre la legge di riordino entro il 31 dicembre – ha aggiunto -, ma devono essere messe in condizioni di garantire la tenuta dei servizi e assicurare garanzie al grande patrimonio di risorse umane e professionali delle Province, migliaia di dipendenti, patrimonio del nostro Paese che stanno vivendo in uno stato di forte fibrillazione. Non siamo contrari al cambiamento e alle riforme, ma il buon senso impone riflessioni rispettose dei cittadini e del personale”.

Anche il presidente della Provincia di Terni Leopoldo Di Girolamo ha messo in guardia dai rischi che corrono i servizi fondamentali, “certificati dalla Costituzionale dello Stato”. “Ci appelliamo – ha sostenuto – affinché questa Riforma non venga tradita: vogliamo partecipare a questo passaggio istituzionale, ma chiediamo al Governo un’assunzione di responsabilità”.

“L'emendamento migliorativo che ci aspettavamo per ora non c'è stato – ha chiarito il presidente Upi Guasticchi – anzi pone limiti e vincoli tali da sembrare redatto da chi non conosce a fondo questi temi. Occorre attivare i parlamentari affinché capiscano che la partita delle Province non è chiusa. Occorre spiegare ai cittadini i danni che si stanno per riverberare su di loro in termini di perdita dei servizi perché erroneamente pensano che le Province siano state già chiuse, mentre non è così. Se per le crisi aziendali – ha aggiunto Guasticchi – siamo tutti pronti a mobilitarci e a scendere in piazza, dobbiamo esserlo anche per i 20mila dipendenti provinciali coinvolti in questa vicenda”.

Gli appelli dei due presidente sono stati accolti e fatti propri dal presidente Anci Francesco De Rebotti, “in quanto – sono state le sue parole – è stata ampiamente superata la linea di pericolo. Va trovato un interlocutore che ci ascolti, ovvero il Governo che con questo tipo di provvedimenti rischia di far saltare l’intero sistema istituzionale”. De Rebotti quindi ha ipotizzato delle misure speciali da attivare subito per far transitare personale della Provincia in quelle realtà comunali dove vi sia spazio per una loro allocazione. Un iter costituzionale ancora tortuoso è quello che ha prospettato il professor Bartolini. “Siamo ancora alla seconda lettura - ha chiarito – quando ne sono necessarie quattro. A Costituzione invariata le Province restano di interesse costituzionale ed europeo sulla base della Carta delle Autonomie locali che prevedono l'elezione diretta dei propri rappresentanti. In questa fase la legge Delrio presenta profili di altissima incostituzionalità”. Per il professor Carloni, questa è la vicenda più caotica dall’Unità d’Italia. “E’ saltato il piano centrale dell’architettura complessiva dello Stato – ha spiegato – ed ora vi è il rischio che ceda tutto il sistema, se non si provvede rapidamente a riorganizzare anche gli altri piani. O si costruisce il sistema federale – ha aggiunto – o si torna indietro”. Chiamato ad intervenire in modo particolare sullo Statuto, Carloni ha quindi tenuto a precisare la necessità di procedere velocemente verso questo adempimento, al fine di chiarire funzioni e ruoli.

“Colpisce come sia stata gestita tutta la vicenda – ha dichiarato il consigliere provinciale di Perugia Roberto Bertini -. Non si tratta di difendere l'Ente a tutti i costi, ma non è possibile non sapere cosa succederà ad anno nuovo. Siamo nel caos. Non sappiamo neanche se si potranno riscaldare le scuole ed è stata sottovalutata la questione del personale che viene discriminato rispetto ad altri dipendenti pubblici a fronte di grandi professionalità”

“Il Paese ha bisogno di una riforma complessiva – sono state le parole del consigliere provinciale Massimo Perari – come accaduto nel Dopoguerra. E come allora è necessaria una coralità di azioni, con il coinvolgimento anche dei cittadini. E’ giunto il momento di mettere da parte le rispettive appartenenze”.  

“Nella legge 56 un disegno organico c'è: le Province sono configurate come area vasta di secondo livello – ha dichiarato l'assessore regionale Paparelli -. Un disegno sul quale si può discutere, ma che di fatto è già delineato. Dobbiamo piuttosto pensare ai servizi e a valorizzare le professionalità delle Province e in tal senso l'emendamento alla legge di stabilità in discussione in queste ore non ci soddisfa. E' indispensabile che venga attivata al pre-Fornero per consentire il pensionamento di dipendenti non solo delle Province, ma anche di Regioni e Comuni. Ciò impedirebbe di dichiarare esuberi del personale e quindi di procedere alla definizione delle funzioni e al riassorbimento dei dipendenti provinciali e al tour over nei Comuni e nella Regione”. Su questo fronte Paparelli, sollecitando uno stretto collegamento tra Anci, Upi e Regione, ha annunciato che la questione sarà gestita da un osservatorio permanente sia per il ricollocamento dei dipendenti che per i servizi in stretto rapporto con le organizzazioni sindacali. “Lavoreremo intensamente anche durante le Festività – ha detto ancora Paparelli – l'obiettivo è di valorizzare le professionalità delle Province anche andando a coprire situazioni carenti negli uffici decentrati dello Stato come i tribunali. Il futuro dei dipendenti delle Province non può essere oggetto di campagna elettorale – ha infine ammonito -. A nessuno è consentito strumentalizzare questa delicata fase”.

 

Oi14335.RoMa/ET

 

modificato il 07/12/2020

(Cittadino e Provincia) Perugia, 15 dicembre '14 - Ore cruciali per il futuro dei dipendenti delle Province di Perugia e Terni di servizi essenziali quali manutenzioni di strade e scuole, sicurezza e politiche ambientali. Se ne è parlato stamane nella sala del Consiglio comunale di Perugia, durante il convegno promosso dall'Upi umbra sulla necessità di dotare le nuove Province di uno Statuto omogeneo in linea quanto più possibile con i dettati della legge 56/14, nota come legge Delrio. Un convegno che ha visto la partecipazione in qualità di relatori della presidente della Giunta Regionale Catiuscia Marini, dell'assessore regionale Fabio Paparelli, del presidente dell'Upi Umbria Marco Vinicio Guasticchi, dei presidenti delle Province di Perugia e Terni, rispettivamente Nando Mismetti e Leopoldo Di Girolamo e dei docenti dell'Università degli studi di Perugia, Enrico Carloni e Antonio Bartolini. Chiamato a un incontro urgente di maggioranza proprio per discutere dell'emendamento relativo al riordino istituzionale, il sottosegretario per la semplificazione e la Pubblica amministrazione, Angelo Rughetti non ha invece potuto partecipare all'incontro. “Va riconosciuta all’Umbria una gestione responsabile della pubblica amministrazione e questo ci consente oggi di fissare dei paletti fondamentali nella partita in atto del riassetto istituzionale”: sono state le parole del presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini. Invocando la necessità di un’azione corale da parte di tutti i soggetti istituzionali, dei dipendenti e degli organismi sindacali, chiamati a dimostrare più di altre volte disponibilità e flessibilità, la presidente ha richiamato i punti essenziali della posizione assunta dalla Regione su questa vicenda: validità dei requisiti pre-Fornero nella valutazione delle unità di lavoro da mettere a riposo; autonomia di legislazione e di concertazione in fase di definizione del quadro istituzionale umbro, così da renderlo consono alla esigenze regionali; sostenibilità finanziaria degli stipendi, che dia respiro e consenta di costruire un’adeguata dotazione organica per Regione e Comuni; norma transitoria per gestire il percorso verso la nascita dell’Agenzia per le politiche del lavoro. Marini ha quindi sgombrato il terreno da ogni dubbio: tale processo non dovrà richiedere una tassazione aggiuntiva. “Con queste modalità – ha dichiarato, garantendo il proprio interessamento personale, oltre che della cabina di regia istituita presso la Giunta regionale – saremo in grado di gestire questa partita, che tuttavia sarà difficile e complessa”.

La necessità di avere risposte “certe e chiare” dal Governo sul futuro dei servizi e dei dipendenti delle Province a partire dal 1 gennaio prossimo è stata sottolineata dal presidente  Mismetti. “Le Regioni hanno il compito di  predisporre la legge di riordino entro il 31 dicembre – ha aggiunto -, ma devono essere messe in condizioni di garantire la tenuta dei servizi e assicurare garanzie al grande patrimonio di risorse umane e professionali delle Province, migliaia di dipendenti, patrimonio del nostro Paese che stanno vivendo in uno stato di forte fibrillazione. Non siamo contrari al cambiamento e alle riforme, ma il buon senso impone riflessioni rispettose dei cittadini e del personale”.

Anche il presidente della Provincia di Terni Leopoldo Di Girolamo ha messo in guardia dai rischi che corrono i servizi fondamentali, “certificati dalla Costituzionale dello Stato”. “Ci appelliamo – ha sostenuto – affinché questa Riforma non venga tradita: vogliamo partecipare a questo passaggio istituzionale, ma chiediamo al Governo un’assunzione di responsabilità”.

“L'emendamento migliorativo che ci aspettavamo per ora non c'è stato – ha chiarito il presidente Upi Guasticchi – anzi pone limiti e vincoli tali da sembrare redatto da chi non conosce a fondo questi temi. Occorre attivare i parlamentari affinché capiscano che la partita delle Province non è chiusa. Occorre spiegare ai cittadini i danni che si stanno per riverberare su di loro in termini di perdita dei servizi perché erroneamente pensano che le Province siano state già chiuse, mentre non è così. Se per le crisi aziendali – ha aggiunto Guasticchi – siamo tutti pronti a mobilitarci e a scendere in piazza, dobbiamo esserlo anche per i 20mila dipendenti provinciali coinvolti in questa vicenda”.

Gli appelli dei due presidente sono stati accolti e fatti propri dal presidente Anci Francesco De Rebotti, “in quanto – sono state le sue parole – è stata ampiamente superata la linea di pericolo. Va trovato un interlocutore che ci ascolti, ovvero il Governo che con questo tipo di provvedimenti rischia di far saltare l’intero sistema istituzionale”. De Rebotti quindi ha ipotizzato delle misure speciali da attivare subito per far transitare personale della Provincia in quelle realtà comunali dove vi sia spazio per una loro allocazione. Un iter costituzionale ancora tortuoso è quello che ha prospettato il professor Bartolini. “Siamo ancora alla seconda lettura - ha chiarito – quando ne sono necessarie quattro. A Costituzione invariata le Province restano di interesse costituzionale ed europeo sulla base della Carta delle Autonomie locali che prevedono l'elezione diretta dei propri rappresentanti. In questa fase la legge Delrio presenta profili di altissima incostituzionalità”. Per il professor Carloni, questa è la vicenda più caotica dall’Unità d’Italia. “E’ saltato il piano centrale dell’architettura complessiva dello Stato – ha spiegato – ed ora vi è il rischio che ceda tutto il sistema, se non si provvede rapidamente a riorganizzare anche gli altri piani. O si costruisce il sistema federale – ha aggiunto – o si torna indietro”. Chiamato ad intervenire in modo particolare sullo Statuto, Carloni ha quindi tenuto a precisare la necessità di procedere velocemente verso questo adempimento, al fine di chiarire funzioni e ruoli.

“Colpisce come sia stata gestita tutta la vicenda – ha dichiarato il consigliere provinciale di Perugia Roberto Bertini -. Non si tratta di difendere l'Ente a tutti i costi, ma non è possibile non sapere cosa succederà ad anno nuovo. Siamo nel caos. Non sappiamo neanche se si potranno riscaldare le scuole ed è stata sottovalutata la questione del personale che viene discriminato rispetto ad altri dipendenti pubblici a fronte di grandi professionalità”

“Il Paese ha bisogno di una riforma complessiva – sono state le parole del consigliere provinciale Massimo Perari – come accaduto nel Dopoguerra. E come allora è necessaria una coralità di azioni, con il coinvolgimento anche dei cittadini. E’ giunto il momento di mettere da parte le rispettive appartenenze”.  

“Nella legge 56 un disegno organico c'è: le Province sono configurate come area vasta di secondo livello – ha dichiarato l'assessore regionale Paparelli -. Un disegno sul quale si può discutere, ma che di fatto è già delineato. Dobbiamo piuttosto pensare ai servizi e a valorizzare le professionalità delle Province e in tal senso l'emendamento alla legge di stabilità in discussione in queste ore non ci soddisfa. E' indispensabile che venga attivata al pre-Fornero per consentire il pensionamento di dipendenti non solo delle Province, ma anche di Regioni e Comuni. Ciò impedirebbe di dichiarare esuberi del personale e quindi di procedere alla definizione delle funzioni e al riassorbimento dei dipendenti provinciali e al tour over nei Comuni e nella Regione”. Su questo fronte Paparelli, sollecitando uno stretto collegamento tra Anci, Upi e Regione, ha annunciato che la questione sarà gestita da un osservatorio permanente sia per il ricollocamento dei dipendenti che per i servizi in stretto rapporto con le organizzazioni sindacali. “Lavoreremo intensamente anche durante le Festività – ha detto ancora Paparelli – l'obiettivo è di valorizzare le professionalità delle Province anche andando a coprire situazioni carenti negli uffici decentrati dello Stato come i tribunali. Il futuro dei dipendenti delle Province non può essere oggetto di campagna elettorale – ha infine ammonito -. A nessuno è consentito strumentalizzare questa delicata fase”.

 

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