Atlante della struttura del PTCP


Cosa è l'Atlante

Immagine - Atlante della struttura del PTCP
Immagine - Atlante della struttura del PTCP

Lo schema sintetizza i caratteri strutturali del PTCP così come delineati dalle matrici paesistico-ambientale e infrastrutturale-insediativa di cui agli Atlanti 2 e 3 del PTCP e lega i relativi sistemi individuando una serie di azioni, per ogni ambito territoriale, che risultano essenziali per il raggiungimento degli obiettivi del Piano Provinciale.

Il PTCP definisce “interventi prioritari di iniziativa provinciale” gli interventi su due aree centrali, interessate dai sistemi insediativi lungo le SS.75 e 75bis e sull’innesto di queste con la E45, che vengono qui definite “Ambiti della concentrazione controllata” ed “Ambiti della concentrazione confermata”.
 

A) Ambiti della concentrazione controllata

Ambiti a forte densità residenziale, caratterizzati da addensamenti artigianali, industriali, commerciali e direzionali, che esprimono una ulteriore capacità di attrazione tale da aggravare il livello critico già raggiunto dal sistema infrastrutturale, per i quali sono necessari interventi di riorganizzazione modale, la definizione di nuovi assetti viabilistici, la promozione di processi di rilocalizzazione insediativa. Si tratta dell’area di Perugia nella sua accezione più ampia che comprende l’intera fascia che va da Magione a Bastia lungo la SS.75bis ed all’altezza del capoluogo regionale si estende fino ad includerne la conurbazione settentrionale (Ponte Felcino e Ponte Pattoli).

Il PTCP individua il decongestionamento quale obbiettivo prioritario da raggiungersi attraverso:

  • la messa a sistema della viabilità regionale con la costruzione di una rete che distribuisce e non accentra;
  • la creazione di una viabilità di alleggerimento che, insieme a politiche di regolamentazione modale, possa migliorare le condizioni di accessibilità al capoluogo ed alle varie parti della regione;
  • la promozione di azioni tendenti alla rilocalizzazione insediativa, ed in particolare produttiva. 

B) Ambiti della concentrazione confermata

Ambiti in cui il processo di concentrazione avviato e consolidato presenta ancora capacità residue in rapporto alle infrastrutturazioni presenti ed agli standard disponibili e che pertanto possono utilizzare tali capacità senza abbassare la qualità dei servizi. Al tempo stesso in questi ambiti deve essere garantita la discontinuità fra gli insediamenti ed il mantenimento delle quote di naturalità presenti al loro interno.

Si tratta del sistema insediativo di valle che da Assisi giunge a Spoleto ed indicativamente compreso tra il corso del Maroggia-Clitunno e la fascia pedecollinare ad est. Foligno ne rappresenta la polarità maggiore, ma nella fascia centrale attorno ad essa, è forte una tendenza alla saldatura fra gli insediamenti che dovrebbe essere controllata e sostanzialmente frenata.

Altre questioni da seguire attraverso la copianificazione:

  • la ricucitura e riqualificazione degli insediamenti produttivi lungo l’asse infrastrutturale e plurimodale della Flaminia ed il recupero degli insediamenti dismessi come principio di qualità per le nuove localizzazioni produttive;
  • verifica della compatibilità funzionale tra gli insediamenti e recupero delle qualità storiche ed ambientali presenti diffusamente all’interno dell’area. 

C) Alta Valle del Tevere

Sistema insediativo policentrico a sviluppo lineare strutturato prevalentemente su attività di trasformazione industriali ed agricole ed in stretta connessione con aree a prevalente naturalità.

La connessione con i sistemi forti a nord (altotevere toscano) e a sud ( area del nodo perugino) ha sviluppato polarità differenziate che cominciano ad assumere le problematiche delle aree della concentrazione confermata. In generale emerge una diffusa tendenza alla valorizzazione delle qualità ambientali disponibili che si esprime anche attraverso il profondo lavoro di analisi sviluppato negli ultimi anni ai vari livelli di pianificazione. Per questi sistemi le problematiche da affrontare risultano prioritariamente essere:

  • il consolidamento della struttura produttiva agricola con lo sviluppo del sistema di controllo e distribuzione delle acque a fini agroindustriali, elemento identificativo dell’area ed in quanto tale da confermare, oltre che condizione necessaria per il raggiungimento di un livello qualitativo accettabile per l’intero corso del Tevere;
  • lo sviluppo della connessione trasversale con i differenti ambiti di interesse naturalistico o comunque a prevalente connotazione ambientale;
  • la diffusione delle attività ricettive paralberghiere in ambito agrosilvopastorale quale condizione per una capillare fruizione delle aree più marginali, per stimolare il recupero e lo sviluppo delle produzioni agricole di qualità e per rinvestire in loco gli esiti delle stesse. 

D) Eugubino Gualdese e Valtopina

Sistema insediativo policentrico a sviluppo lineare caratterizzato da insediamenti produttivi prevalentemente industriali, artigianali e terziari e da potenzialità residue di tipo turistico legate alle risorse ambientali, da rafforzare in relazione ai poli all’interno del sistema ambientale alto collinare e montano.

La struttura valliva ed il sistema infrastrutturale che la percorre già oggi definiscono chiaramente le due linee di forza che presentano solo in parte caratteri simili.

In un caso al sistema insediativo di valle di Gubbio e della Val d’Assino, caratterizzato da importanti attività produttive e da un sistema terziario consistente ed integrato, corrisponde un sistema di insediamenti sparsi su un territorio di grande valore paesaggistico con l’originario carattere rurale in buona parte conservato sotto forma di strutture agrituristiche o, più in generale, di ospitalità rurale e con un ricco patrimonio storico monumentale. Nell’altro caso, che riguarda Gualdo e la Valtopina, le linee di forza sono date dalla Flaminia e dalla ferrovia Orte-Falconara che hanno comunque fornito la rete logistica ed il supporto per il consolidamento delle attività produttive localizzate e scarso è stato il peso attribuito ai ricchi serbatoi di naturalità posti ad immediato contatto del sistema vallivo. Il rapporto tra questo sistema insediativo e le Aree Naturali Protette del Monte Cucco a nord e del Subasio a sud, nonché la presenza del bacino artificiale del Chiascio, indica invece come, a fianco del consolidamento e della qualificazione dell’assetto commerciale e terziario, il tema delle risorse naturali possa costituire un concreto elemento di traino per lo sviluppo complessivo.

Da ciò alcune questioni che appaiono prioritarie:

  • gestione accorta della risorsa suolo per quanto riguarda nuovi insediamenti produttivi o terziari al fine di evitare inutile consumo di suolo e conservare la continuità trasversale delle componenti naturali del paesaggio;
  • gestione integrata della risorsa suolo per le attività estrattive e per lo sfruttamento delle acque minerali, altra grande risorsa dell’area;
  • superamento del ritardo maturato sulla conoscenza delle risorse storico-architettoniche e dell’analisi delle loro potenzialità in senso turistico e turistico-ricettivo;
  • massimo coinvolgimento del sistema complessivo nelle tematiche inerenti la gestione dei parchi regionali in modo di affrontare con gli opportuni ed adeguati strumenti le situazioni di maggiore criticità tra sistema insediativo e sistema naturale.

E) Media Valle del Tevere

Sistema insediativo policentrico diffuso con forte connotazione agricola ed agrozootecnica e con elevate potenzialità non totalmente espresse di tipo turistico-culturale. Presenta situazioni problematiche relativamente alla gestione ecologica del territorio, in ordine alla compatibilità tra i sistemi funzionali insediati.

In questo sistema va confermata e consolidata la struttura reticolare dei centri riconoscendo il rango di centro-servizi a livello subregionale e potenziando la specializzazione di quelli minori soprattutto, con il recupero del patrimonio edilizio esistente, in direzione del turismo residenziale, dell’artigianato, dei servizi.

La forte presenza di una infrastrutturazione storica costituisce una risorsa significativa e suggerisce la possibilità di una maglia viaria che supplisca alla dominanza longitudinale della infrastrutturazione portante, rappresentata dalla E 45, e raccordi in senso trasversale l’intero sistema. Questa possibilità comporta un notevole accrescimento del potenziale di sviluppo del sistema in quanto mette in connessione le aree a forte naturalità del Peglia 4), prevalentemente nel territorio di Terni con quelle del versante occidentale dei Monti Martani 3) facendo centro nell’articolato sistema insediativo della media Valle del Tevere. La presenza dell’area protetta del Tevere ed il suo Parco Fluviale costituisce poi un ulteriore elemento di ricchezza e fornisce ulteriori ed importanti possibilità di azione.

In questo senso le questioni di particolare interesse sono:

  • il controllo dello sviluppo insediativo, soprattutto per le nuove localizzazioni produttive, lungo gli assi infrastrutturali che dovrà evitare ulteriori consumi di suolo e correggere la tendenza alla saldatura e l’interruzione dei corridoi trasversali di naturalità su cui potrà essere sviluppata una rete infrastrutturale di tipo naturalistico, anche ai fini del turismo ambientale;
  • la difesa dei caratteri tipici del paesaggio e la valorizzazione delle permanenze che richiedono livelli di conoscenza ed approfondimento superiori a quelli oggi disponibili;
  • la centralità del tema del Parco Fluviale del Tevere come elemento strutturante l’intero territorio, come luogo di verifica delle coerenze tra sistema insediativo e sistema ambientale naturale ed infine come strumento principale per far fronte ai rilevanti problemi di gestione dei servizi ecologici e della tutela dei corpi idrici e del Tevere in particolare che, proprio in questa fascia (tra Pontenuovo e Todi), raccoglie le acque di gran parte del sistema vallivo regionale caratterizzato dalla concentrazione produttiva e delle aree basso collinari ove prevale la produzione zootecnica e le coltivazioni industriali;
  • il consolidamento e potenziamento del turismo residenziale rurale e lo sviluppo di quello naturalistico-sportivo anche in rapporto alla presenza del Parco Fluviale del Tevere ed alle possibilità dallo stesso offerte in loco e nel vicino Lago di Corbara (TR).

F) Valle Umbra ovest

Sistema insediativo policentrico connotato da insediamenti di piccole dimensioni e da strutture agricolo-produttive di valle e di collina fortemente influenzate dall’attrazione della fascia della concentrazione insediativa che pone in condizione di rischio la conservazione e la valorizzazione dell’originale paesaggio prodotto dalle bonifiche agricole.

Esso è compreso, indicativamente, tra la fascia pedemontana del versante est dei Monti Martani ed il Marroggia e delimitato, più a nord, dal percorso del Topino.

La particolarità, dal punto di vista insediativo, di quest’area è quella di essere la parte residua di un sistema policentrico diffuso più esteso nel quale il fenomeno della concentrazione insediativa ha prodotto profonde trasformazioni nella morfologia degli insediamenti e nelle funzioni in essi contenute. Si tratta sostanzialmente di aree assai esposte alla marginalizzazione, sia direttamente con il calo demografico, sia indirettamente con la perdita dei caratteri identificativi e delle qualità ambientali.

I problemi principali emergenti risultano essere:

  • consolidamento dell’attuale sistema policentrico fondato su piccoli centri di corona alla fascia della concen­trazione controllata da ottenere anche con il controllo dell’espansione nell’ambito della concentrazione;
  • raccordo con il sistema infrastrutturale principale del territorio provinciale tramite direttrici trasversali esistenti ed il recupero e valorizzazione della maglia viaria storica assieme al patrimonio storico culturale e ambientale;
  • sviluppo delle produzioni agricole pregiate e della ricettività rurale soprattutto in rapporto alle aree collinari ed alto collinari ed allo sfruttamento delle risorse naturalistiche contenuti nell’ambito dei Monti Martani.

G) Trasimeno

Sistema insediativo policentrico diffuso e sostanzialmente privo di polarità emergenti, strutturato sull’assetto agricolo tradizionale e sulle valenze paesistico-ambientali connesse alla presenza ed alla particolarità del lago, nonché alle coltivazioni agricole specializzate tradizionali che lo circondano. L’intero sistema presenta capacità significative per il settore turistico-ambientale ancora inespresse e situazioni problematiche relativamente alla gestione ecologica del territorio in ordine alla compatibilità tra i sistemi funzionali insediati.

L’area afferisce ad un sistema infrastrutturale assai solido sia per quanto riguarda la mobilità su ferro ed ancor più per quanto riguarda la rete viaria per la presenza di due arterie a 4 corsie che hanno la stessa percorrenza della ferrovia ed una strada statale (la SS.220) che chiude l’anello a sud.

La dichiarazione di Area Naturale Protetta del bacino lacustre del Trasimeno e la previsione di un Parco Regionale fornisce ulteriori elementi di ricchezza e potenzialità.

Il sistema pertanto ha tutte le qualità e le dotazioni per avere uno sviluppo corrispondente alle proprie risorse ambientali, ma perché ciò possa effettivamente avvenire sono necessarie alcune azioni di particolare importanza:

  • la conferma ed il consolidamento dei ruoli dei centri nell’ambito del sistema insediativo, con particolare riferimento a quelli della parte sud-occidentale (Città della Pieve e Castiglione del Lago), come centri servizi a carattere subregionale;
  • la necessità di specializzare gli altri centri sul piano della fornitura di servizi ai fini del turismo culturale, naturalistico, sportivo;
  • la tutela dei caratteri del paesaggio agrario storico inteso come insieme di patrimonio edilizio esistente e disegno della trama gestionale del territorio agricolo;
  • il superamento o la soluzione di alcuni problemi legati alla gestione della problematica ecologica, come, in primo luogo, la tutela della risorsa idrica oltre che una moderna gestione dei reflui;
  • il massimo coinvolgimento del sistema complessivo nelle tematiche inerenti la gestione del parco del Trasimeno e l’Autorità di Bacino del Tevere che sul Trasimeno sta sviluppando un’azione specifica di pianificazione d’area vasta, oltre che di progettazione di interventi di tipo idraulico.

H) Valnerina

Sistema insediativo debole e marginale segnato dall’abbandono delle attività agricole tradizionali e dalla riduzione costante della popolazione residente nei centri, ma caratterizzato da un tessuto edilizio tipico di un’area del policentrismo che costituisce un patrimonio di valore eccezionale e che, spingendosi fino a quote inusuali, costituisce una vera trama strutturale per il territorio.

I problemi principali emergenti risultano essere:

  • il sostegno degli attuali livelli di servizi alla persona al fine di consolidare le presenze dei residenti;
  • il recupero del tessuto insediativo storico con l’introduzione di servizi ai fini del turismo culturale, naturalistico sportivo;
  • la tutela dei caratteri del paesaggio storico e lo sviluppo delle produzioni agricole tipiche;
  • la promozione dello sviluppo di forme di turismo residenziale rurale collegate ad un uso diffuso della risorsa ambientale.

I) Monti Martani

Sistema insediativo debole e marginale segnato dall’abbandono delle attività agricole tradizionali e dalla riduzione della popolazione residente nei centri in cui la forte naturalità lega gli insediamenti di alta collina e montagna e si scontra con situazioni difficili per i problemi ambientali legati ad attività estrattive diffuse. I problemi principali emergenti risultano essere: · il sostegno degli attuali livelli di servizi alla persona al fine di consolidare le presenze dei residenti; · gestione integrata della risorsa suolo per le attività estrattive; · la promozione dello sviluppo di forme di turismo residenziale rurale collegate ad un uso diffuso della risorsa ambientale.

modificato il 21/05/2021

Atlante della struttura del PTCP
Ambiti interessati dai coni visuali

Il lavoro sui “Coni Visuali” qui pubblicato riporta i primi risultati di una operazione avviata nel 2003 in occasio­ne dell’adeguamento del proprio stru­mento di pianificazione d’area vasta alla normativa regionale contenuta nella Lr.27/2000 (PUT).