'Un dialogo che continua a crescere nel segno del carisma del Pontefice'
(Cittadino e Provincia – Perugia, 24 ottobre ’11) - “La durezza dei tempi non scalfisce il dialogo francescano che continua a crescere, specie fra i giovani, nel segno del carisma del nuovo Pontefice”. Sono le parole del presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi in occasione della presenza del Santo Padre Benedetto XVI ad Assisi il 27 ottobre per il 25° anniversario del primo incontro interreligioso di preghiera per la pace nel mondo voluto dal beato Giovanni Paolo II. “I decenni che hanno segnato il passaggio dal vecchio al nuovo secolo, da un millennio all’altro, sono stati e sono di una drammaticità senza uguali – sostiene Guasticchi - a causa di un conflitto mondiale che non esplode tutto insieme, simultaneamente, ma si “delocalizza” per frammenti di follia e di dolore, di radicalismi terroristici e di ossessioni militari. L’evento pacificatore e di dialogo fra le religioni che Giovanni Paolo II ha istituito e vivificato con la sua presenza venticinque anni fa sul Colle del Paradiso della Basilica di San Francesco d’Assisi risplende oggi come una nuova aurora sulle profonde ferite che il mondo, nel frattempo, si è procurato. Ad accendere un nuovo giorno di speranza e di fede condivisa in ogni angolo del mondo è il successore del Beato Karol Wojtyla. Siamo profondamente grati a Benedetto XVI per avere scelto di tornare ad Assisi a parlare, attraverso i rappresentanti delle religioni, con le coscienze di ogni uomo che, sul pianeta, consapevole del dramma, vuole lasciare una parola di dialogo, un gesto di riconciliazione, un atto d’amore verso i fratelli, anche e soprattutto quelli dai quali lo separano innumerevoli motivi di diversità. La comunità locale della quale Assisi e il suo patrimonio spirituale francescano fanno parte ha nella Provincia di Perugia un partner particolarmente tenace e orgoglioso sul piano della rivendicazione del ruolo insostituibile dell’Umbria come sede di dialoghi tanto ampi e fondamentali come quello di oggi. Di esso sentivamo profondamente la necessità, proprio nella forma non rituale, non celebrativa che il Pontefice ha saputo conferirgli. Nel suo cuore, l’avvertimento della “scossa” da dare alle coscienze è forte e sublime, segno di dolore e di riscatto insieme. E quel “segno” si legge nel suo sguardo, altrettanto addolorato e colmo di fede, che da un lato guarda alla “sorella fatica” francescana di dover istituire e tornare a istituire forme di dialogo e dall’altro sa di poter attingere all’eredità di quanti, da San Francesco a Papa Wojtyla, hanno edificato il cammino della riconciliazione tra le fedi. Solo le religioni, tutte insieme, solo le coscienze, tutte insieme, possono fare quel fronte comune che porrà l’umanità di fronte alla “prova del fuoco”, che il Sultano imponeva a san Francesco, con la speranza di poterla superare”. “Le immagini più antiche e quelle più moderne di questo percorso, la fede di genti separate e la fede riunificata oltre le sue manifestazioni e i suoi credo: sono queste – conclude Guasticchi - le componenti di quella benefica visione che Benedetto XVI fa nascere e rinascere oggi da Assisi e consegna all’impegno di quei tantissimi giovani che, come già pochi giorni fa a Madrid, continueranno a seguirlo con lo stesso ardore con cui san Francesco ha seguito la Chiesa del suo tempo”.
Oi11707.GC/PORT.GG
(Cittadino e Provincia – Perugia, 24 ottobre ’11) - “La durezza dei tempi non scalfisce il dialogo francescano che continua a crescere, specie fra i giovani, nel segno del carisma del nuovo Pontefice”. Sono le parole del presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi in occasione della presenza del Santo Padre Benedetto XVI ad Assisi il 27 ottobre per il 25° anniversario del primo incontro interreligioso di preghiera per la pace nel mondo voluto dal beato Giovanni Paolo II. “I decenni che hanno segnato il passaggio dal vecchio al nuovo secolo, da un millennio all’altro, sono stati e sono di una drammaticità senza uguali – sostiene Guasticchi - a causa di un conflitto mondiale che non esplode tutto insieme, simultaneamente, ma si “delocalizza” per frammenti di follia e di dolore, di radicalismi terroristici e di ossessioni militari. L’evento pacificatore e di dialogo fra le religioni che Giovanni Paolo II ha istituito e vivificato con la sua presenza venticinque anni fa sul Colle del Paradiso della Basilica di San Francesco d’Assisi risplende oggi come una nuova aurora sulle profonde ferite che il mondo, nel frattempo, si è procurato. Ad accendere un nuovo giorno di speranza e di fede condivisa in ogni angolo del mondo è il successore del Beato Karol Wojtyla. Siamo profondamente grati a Benedetto XVI per avere scelto di tornare ad Assisi a parlare, attraverso i rappresentanti delle religioni, con le coscienze di ogni uomo che, sul pianeta, consapevole del dramma, vuole lasciare una parola di dialogo, un gesto di riconciliazione, un atto d’amore verso i fratelli, anche e soprattutto quelli dai quali lo separano innumerevoli motivi di diversità. La comunità locale della quale Assisi e il suo patrimonio spirituale francescano fanno parte ha nella Provincia di Perugia un partner particolarmente tenace e orgoglioso sul piano della rivendicazione del ruolo insostituibile dell’Umbria come sede di dialoghi tanto ampi e fondamentali come quello di oggi. Di esso sentivamo profondamente la necessità, proprio nella forma non rituale, non celebrativa che il Pontefice ha saputo conferirgli. Nel suo cuore, l’avvertimento della “scossa” da dare alle coscienze è forte e sublime, segno di dolore e di riscatto insieme. E quel “segno” si legge nel suo sguardo, altrettanto addolorato e colmo di fede, che da un lato guarda alla “sorella fatica” francescana di dover istituire e tornare a istituire forme di dialogo e dall’altro sa di poter attingere all’eredità di quanti, da San Francesco a Papa Wojtyla, hanno edificato il cammino della riconciliazione tra le fedi. Solo le religioni, tutte insieme, solo le coscienze, tutte insieme, possono fare quel fronte comune che porrà l’umanità di fronte alla “prova del fuoco”, che il Sultano imponeva a san Francesco, con la speranza di poterla superare”. “Le immagini più antiche e quelle più moderne di questo percorso, la fede di genti separate e la fede riunificata oltre le sue manifestazioni e i suoi credo: sono queste – conclude Guasticchi - le componenti di quella benefica visione che Benedetto XVI fa nascere e rinascere oggi da Assisi e consegna all’impegno di quei tantissimi giovani che, come già pochi giorni fa a Madrid, continueranno a seguirlo con lo stesso ardore con cui san Francesco ha seguito la Chiesa del suo tempo”.
Oi11707.GC/PORT.GG