Prima tappa nella Sala del Consiglio per accompagnare studenti e studentesse a riflettere sul linguaggio come strumento di rispetto e prevenzione
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 25 novembre 2025 - “Le parole hanno un potere immenso: possono costruire o distruggere, unire o dividere. Non possiamo più ignorare che la violenza trova spesso terreno fertile anche nel linguaggio quotidiano”. Con queste parole, la consigliera della Provincia di Perugia con delega alle Pari Opportunità Francesca Pasquino ha aperto questa mattina, nella Sala del Consiglio provinciale, l’incontro pubblico “Sono solo parole”, promosso e organizzato dalla Provincia di Perugia per dare il via a un nuovo progetto educativo rivolto alle scuole secondarie di secondo grado del territorio.
Il percorso proseguirà nei prossimi mesi all’interno delle classi, con attività dedicate all’analisi critica del linguaggio, dei media e delle narrazioni di genere, per poi concludersi con un evento di restituzione finale in cui gli studenti presenteranno i risultati del loro lavoro – video, testi, performance e mostre – offrendo un contributo concreto alla promozione di una cultura del rispetto e alla prevenzione della violenza di genere.
“Il linguaggio deve essere una formidabile opportunità da cogliere per veicolare il cambiamento culturale”, ha proseguito Pasquino. “Il linguaggio non è solo un mezzo di comunicazione, ma un riflesso della nostra cultura e dei nostri valori. Utilizzare parole inclusive e rispettose è il primo passo per combattere stereotipi e pregiudizi che alimentano la violenza di genere”.
Protagoniste dell’iniziativa sono state le studentesse e gli studenti del Liceo Artistico “Bernardino di Betto” di Perugia, dell’I.T.T.S. “A. Volta” di Perugia e dell’Istituto Omnicomprensivo “G. Mazzini” di Magione, presenti insieme ai loro insegnanti.
Una mattinata intensa e partecipata, alla quale hanno preso parte rappresentanti istituzionali ed esperti del settore, per riflettere collettivamente sul ruolo del linguaggio nella cultura della violenza di genere.
Grande coinvolgimento ha suscitato il contributo artistico di Giulia Zeetti e Mirco Bonucci, che attraverso teatro e musica hanno affrontato il tema della violenza di genere nelle canzoni e nei testi culturali dagli anni ’70 a oggi. Un viaggio che ha messo in evidenza quanto il linguaggio di molte produzioni musicali continui a riflettere – e talvolta a perpetuare – una mentalità maschilista ancora radicata.
A portare i saluti dell’Ente è stata la vicepresidente della Provincia Laura Servi, che ha sottolineato come “la violenza verbale e il disprezzo del corpo femminile siano forme di odio sessista che troppe donne continuano a subire”. Ha richiamato la necessità di “un’alleanza forte tra famiglie, scuole, istituzioni e associazioni”, per costruire comunità consapevoli e capaci di contrastare stereotipi e solitudini: “Se non educhiamo all’affettività e al rispetto – ha aggiunto – rischiamo di far crescere una generazione concentrata solo su se stessa. Educare all’affettività significa offrire un alfabeto gentile, fatto di emozioni riconosciute, rispetto di sé e degli altri, confini sani, linguaggio corretto, differenze accolte per dare ai bambini ed ai giovani la dignità di cui hanno bisogno per crescere sicuri e liberi”.
A seguire, la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria Sarah Bistocchi ha ricordato che “la violenza sulle donne non appartiene ad una fascia di età, ad un ceto sociale, ad una appartenenza politica o ad un’etnia specifica. È un fenomeno culturale e sociale – ha detto - che taglia come una lama la comunità in cui viviamo, e da cui dobbiamo proteggerci e tutelarci con l’arma da sempre più potente: la cultura, e nel campo di battaglia più delicato: la scuola”.
È intervenuta inoltre l’assessora comunale Costanza Spera, che ha evidenziato il lavoro essenziale dei servizi territoriali: “Solo quest’anno il Centro antiviolenza di Perugia ha effettuato 2.331 colloqui, prendendo in carico 225 donne. Parlare, prevenire e fare rete è fondamentale: comunità, scuole, istituzioni e associazioni devono camminare insieme”.
Particolarmente attuale e sentito il contributo della giornalista Donatella Miliani, che ha analizzato l’uso dei social, delle tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale. “Le parole pesano, e spesso è da una parola sbagliata che inizia il problema. Ogni volta che sminuiamo una donna rafforziamo uno stereotipo”, ha spiegato. Poi ha rivolto ai ragazzi un invito chiaro: “Riflettete e fatevi domande sempre. L’intelligenza artificiale non è neutra: se apprende pregiudizi, li restituisce. Non cercate risposte nei chatbot quando siete in difficoltà: rivolgetevi a chi ha le competenze giuste”.
La pedagogista Giulia Romano, dell’Associazione Libera…mente Donna, ha portato nel dialogo la voce dei Centri antiviolenza, nati “per diffondere cultura oltre che protezione”. Attraverso un confronto diretto con gli studenti, li ha invitati ad ascoltare il peso delle proprie parole e a interrogarsi sugli effetti che possono avere sugli altri.
A chiudere i lavori è stata la consigliera di Parità della Provincia di Perugia, Elena Bistocchi, che ha ricordato le parole di Vera Gheno: “Le parole sono ponti, non muri”. “Parlare di pari opportunità – ha detto – significa garantire che ciascuno e ciascuna possa sentirsi rappresentato, nominato, visibile. Un linguaggio che esclude rende fragili le politiche di uguaglianza; un linguaggio inclusivo, invece, le rafforza e rende concreto il principio che nessuno deve essere invisibile”.
Pariopportunità25033.IC
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 25 novembre 2025 - “Le parole hanno un potere immenso: possono costruire o distruggere, unire o dividere. Non possiamo più ignorare che la violenza trova spesso terreno fertile anche nel linguaggio quotidiano”. Con queste parole, la consigliera della Provincia di Perugia con delega alle Pari Opportunità Francesca Pasquino ha aperto questa mattina, nella Sala del Consiglio provinciale, l’incontro pubblico “Sono solo parole”, promosso e organizzato dalla Provincia di Perugia per dare il via a un nuovo progetto educativo rivolto alle scuole secondarie di secondo grado del territorio.
Il percorso proseguirà nei prossimi mesi all’interno delle classi, con attività dedicate all’analisi critica del linguaggio, dei media e delle narrazioni di genere, per poi concludersi con un evento di restituzione finale in cui gli studenti presenteranno i risultati del loro lavoro – video, testi, performance e mostre – offrendo un contributo concreto alla promozione di una cultura del rispetto e alla prevenzione della violenza di genere.
“Il linguaggio deve essere una formidabile opportunità da cogliere per veicolare il cambiamento culturale”, ha proseguito Pasquino. “Il linguaggio non è solo un mezzo di comunicazione, ma un riflesso della nostra cultura e dei nostri valori. Utilizzare parole inclusive e rispettose è il primo passo per combattere stereotipi e pregiudizi che alimentano la violenza di genere”.
Protagoniste dell’iniziativa sono state le studentesse e gli studenti del Liceo Artistico “Bernardino di Betto” di Perugia, dell’I.T.T.S. “A. Volta” di Perugia e dell’Istituto Omnicomprensivo “G. Mazzini” di Magione, presenti insieme ai loro insegnanti.
Una mattinata intensa e partecipata, alla quale hanno preso parte rappresentanti istituzionali ed esperti del settore, per riflettere collettivamente sul ruolo del linguaggio nella cultura della violenza di genere.
Grande coinvolgimento ha suscitato il contributo artistico di Giulia Zeetti e Mirco Bonucci, che attraverso teatro e musica hanno affrontato il tema della violenza di genere nelle canzoni e nei testi culturali dagli anni ’70 a oggi. Un viaggio che ha messo in evidenza quanto il linguaggio di molte produzioni musicali continui a riflettere – e talvolta a perpetuare – una mentalità maschilista ancora radicata.
A portare i saluti dell’Ente è stata la vicepresidente della Provincia Laura Servi, che ha sottolineato come “la violenza verbale e il disprezzo del corpo femminile siano forme di odio sessista che troppe donne continuano a subire”. Ha richiamato la necessità di “un’alleanza forte tra famiglie, scuole, istituzioni e associazioni”, per costruire comunità consapevoli e capaci di contrastare stereotipi e solitudini: “Se non educhiamo all’affettività e al rispetto – ha aggiunto – rischiamo di far crescere una generazione concentrata solo su se stessa. Educare all’affettività significa offrire un alfabeto gentile, fatto di emozioni riconosciute, rispetto di sé e degli altri, confini sani, linguaggio corretto, differenze accolte per dare ai bambini ed ai giovani la dignità di cui hanno bisogno per crescere sicuri e liberi”.
A seguire, la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria Sarah Bistocchi ha ricordato che “la violenza sulle donne non appartiene ad una fascia di età, ad un ceto sociale, ad una appartenenza politica o ad un’etnia specifica. È un fenomeno culturale e sociale – ha detto - che taglia come una lama la comunità in cui viviamo, e da cui dobbiamo proteggerci e tutelarci con l’arma da sempre più potente: la cultura, e nel campo di battaglia più delicato: la scuola”.
È intervenuta inoltre l’assessora comunale Costanza Spera, che ha evidenziato il lavoro essenziale dei servizi territoriali: “Solo quest’anno il Centro antiviolenza di Perugia ha effettuato 2.331 colloqui, prendendo in carico 225 donne. Parlare, prevenire e fare rete è fondamentale: comunità, scuole, istituzioni e associazioni devono camminare insieme”.
Particolarmente attuale e sentito il contributo della giornalista Donatella Miliani, che ha analizzato l’uso dei social, delle tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale. “Le parole pesano, e spesso è da una parola sbagliata che inizia il problema. Ogni volta che sminuiamo una donna rafforziamo uno stereotipo”, ha spiegato. Poi ha rivolto ai ragazzi un invito chiaro: “Riflettete e fatevi domande sempre. L’intelligenza artificiale non è neutra: se apprende pregiudizi, li restituisce. Non cercate risposte nei chatbot quando siete in difficoltà: rivolgetevi a chi ha le competenze giuste”.
La pedagogista Giulia Romano, dell’Associazione Libera…mente Donna, ha portato nel dialogo la voce dei Centri antiviolenza, nati “per diffondere cultura oltre che protezione”. Attraverso un confronto diretto con gli studenti, li ha invitati ad ascoltare il peso delle proprie parole e a interrogarsi sugli effetti che possono avere sugli altri.
A chiudere i lavori è stata la consigliera di Parità della Provincia di Perugia, Elena Bistocchi, che ha ricordato le parole di Vera Gheno: “Le parole sono ponti, non muri”. “Parlare di pari opportunità – ha detto – significa garantire che ciascuno e ciascuna possa sentirsi rappresentato, nominato, visibile. Un linguaggio che esclude rende fragili le politiche di uguaglianza; un linguaggio inclusivo, invece, le rafforza e rende concreto il principio che nessuno deve essere invisibile”.
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